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8 Gennaio 2021 - Climatizzazione

Termostati e sistemi di gestione degli impianti

Tempo fa uno slogan pubblicitario recitava: “La potenza è nulla senza il controllo”.


Questa frase ha lo stesso valore anche per gli impianti di climatizzazione.

In passato gestire un impianto di condizionamento significava spesso solamente accenderlo e spegnerlo. Purtroppo capita ancora oggi di trovare impianti completamente sprovvisti di termostati e sistemi di gestione e controllo, che incidono in modo significativo sul benessere percepito e sui consumi di energia.

  • TERMOSTATO AMBIENTE

    I sistemi più comuni, spesso utilizzati su impianti con generatore a combustione, prevedono un termostato ambiente a doppia temperatura sulle 24 ore (detto crono-termostato ambiente), raramente sono provvisti di un sensore di temperatura esterna che permette di modulare la temperatura di mandata dell’impianto seguendo la curva climatica impostata (la curva climatica descrive l’andamento della temperatura di mandata dell’impianto in riferimento ad una specifica temperatura esterna, ad esempio a 0°C esterni posso impostare una temperatura di mandata di 65°C e a 15°C esterni posso impostare una temperatura di mandata di 45°C).


    I termostati ambiente possono essere a funzionamento acceso/spento (ON/OFF) o modulanti per migliorare ulteriormente il risparmio energetico dell’intero sistema di climatizzazione.


    Per quanto riguarda sia gli impianti centralizzati che quelli autonomi, esistono sistemi di gestione puntuale sui radiatori, per mezzo di valvole con comando termostatico, a funzionamento meccanico o altri sistemi a funzionamento elettrico con la possibilità di programmazione oraria anche con collegamento da remoto. Questi sistemi possono funzionare sia via cavo che con trasmissione per onde radio o Wi-Fi.

  • GESTIONE TEMPERATURA DEGLI SPLIT

    Gli impianti di climatizzazione ad espansione diretta con terminali a parete (detti split) hanno di sovente in dotazione dei comandi a distanza ad infrarossi, con funzioni spesso basilari per gestire la temperatura, accendere e spegnere l’apparecchio, commutare il funzionamento estivo o invernale, modulare la velocità di ventilazione dell’aria trattata. I più evoluti possono fare ricerca guasti per mezzo di codici alfanumerici, danno la possibilità di impostare una programmazione settimanale, e possono gestire varie funzioni della macchina, come spostamento del flusso dell’aria nello spazio, attivare sensori di presenza e/o movimento, attivare modalità di funzionamento notturno, ecc.

  • APP PER CLIMATIZZATORI E GESTIONE DA REMOTO

    Gli apparecchi di nuova generazione sono spesso gestibili da remoto, e quindi l’utente può controllare e modificare i parametri di funzionamento anche quando si trova lontano dal sito dove è installato l’impianto, per mezzo di semplici app per climatizzatori spesso gratuite, scaricabili dal web. Queste app possono gestire anche informazioni molto utili come la temperatura interna ed esterna, il consumo di energia nel tempo, segnalazioni guasti e avvisi per la tempistica di manutenzione ordinaria dei filtri e dell’intero sistema. In alcuni casi gli apparecchi hanno la possibilità di essere collegati per mezzo di tecnologia Bluetooth, e quindi trasformare lo smartphone in un telecomando, anche in questo caso con funzioni molto più avanzate rispetto al comando di serie.

  • CLIMATIZZATORI: DOMOTICA, ZONIFICAZIONE E INTEGRAZIONE DEI DIVERSI IMPIANTI

    Esistono specifici sistemi di domotica per i climatizzatori, che possono gestire più impianti contemporaneamente anche da remoto, ad esempio il pavimento radiante e il trattamento dell’aria di uno o più climatizzatori, facendo intervenire i vari sistemi a seconda della temperatura impostata, e questo per ogni zona dell’immobile (camere da letto, soggiorno, ecc., oppure ufficio 1, ufficio 2, sala d’attesa, ecc.). Questa attività può essere gestita da una singola applicazione anche per diversi immobili situati indistintamente nel territorio. Questi sistemi sono quasi sempre compatibili con altri sistemi domotici, in modo da poter usare un unico sistema per gestire tutta l’automazione dell’immobile.

  • IL PRESENTE/FUTURO DELLA GESTIONE DELLA CLIMATIZZAZIONE D’AMBIENTE

    L’evoluzione tecnologica in corso riguarda il comando vocale (già diffuso sugli smartphone) sugli impianti elettrici e per gli elettrodomestici: il futuro che ci aspetta, quindi, sarà quello di dialogare anche con i nostri impianti. I produttori dei marchi leader di sistemi di climatizzazione si sono già mossi in questo senso.

  • I NOSTRI CONSIGLI

    Il nostro parere è che un eccellente sistema di gestione debba essere sicuramente evoluto oltre che garantire il benessere negli ambienti trattati, ma allo stesso tempo debba risultare semplice da utilizzare e funzionare in modo automatico e discreto, ottimizzando tutti i sistemi presenti nell’immobile, gestendo le variabili per ottimizzare il risparmio energetico. Insomma un buon impianto di climatizzazione deve esserci ma senza diventare un problema per l’utente finale.

23 Dicembre 2020 - Climatizzazione

Installazione caldaia: detrazioni fiscali, incentivi e agevolazioni

Desiderate sapere qualcosa in più sulle detrazioni fiscali per l’installazione della caldaia o di un sistema di climatizzazione, ma non volete perdervi in articoli di legge che si collegano a commi di altra legge, o che magari riportano parametri con riferimento a norme tecniche e disquisizioni sulle varie interpretazioni? Con questo articolo noi di Idrotermica Pinasco ci proponiamo di rendere più comprensibile il pianeta burocratico dei vari Decreti e Leggi dello Stato che regolano le tanto ambite agevolazioni, incentivi e detrazioni fiscali.

  • IVA AGEVOLATA 10%

    Nel nostro percorso iniziamo dall’IVA agevolata, e dato che l’argomento è molto ampio, ci dedichiamo in particolare a quella al 10% in riferimento agli interventi di manutenzione straordinaria, che sono i più comuni tra gli interventi.


    Come nostra abitudine, non facciamo riferimenti specifici a Leggi e Decreti, ma proponiamo una lettura informale e discorsiva. 


    Tanto per non dare nulla per scontato, distinguiamo l’installazione dal bene significativo: quest’ultimo è il bene fornito dall’installatore di valore importante (ad esempio: il sistema di climatizzazione, la caldaia, lo scaldabagno, ecc.); l’installazione comprende invece la mano d’opera e le forniture impiantistiche (ad esempio: raccorderia valvolame, ecc.).


    A questo punto il calcolo da fare è questo: l’IVA al 10% va calcolata sul valore dell’installazione e sul pari valore di quest’ultima sottraendola dal valore del bene significativo. Alla somma rimanente va calcolata l’IVA al tasso del 22%.


    Facciamo un esempio: 

    • Bene significativo (valore €. 1.000,00),
    • Installazione (valore €. 300,00).
    • Installazione tasso agevolato              €. 300,00 x 10% = €.   30,00.
    • Bene significativo tasso agevolato      €. 300,00 x 10%= €.   30,00.
    • Bene significativo senza agevolazioni  €. 700,00 x 22%= €. 154,00.
    • Totale imponibile   €. 1.300,00
    • Totale I.V.A.            €.   214,00

    Per beneficiare dell’IVA agevolata al 10% il committente deve compilare un modello di richiesta che deve essere consegnato all’installatore.

  • CONTO TERMICO 2.0

    Ora passiamo all’incentivo meno famoso: il Conto termico 2.0. Si chiama incentivo perché consiste in un reale bonifico sul conto corrente bancario del beneficiario da parte dell’ente competente (GSE), che per importi inferiori a €. 5.000,00 viene erogato a circa 90 giorni dalla fine dei lavori, se invece l’importo supera i €. 5.000,00 viene erogato in tre rate annuali.


    L’importo è calcolato sul sistema installato (che per l’utente privato sono le pompe di calore e i sistemi ibridi) e non può superare il 65% del costo sostenuto per l’intervento.


    È consigliabile far fare la pratica di richiesta al GSE da un tecnico capace, per evitare errori e quindi compromettere il buon fine della stessa.


    Al Conto Termico 2.0 possono accedere sia i privati sia le aziende e le pubbliche amministrazioni, e non è necessario possedere un reddito e quindi pagare le tasse.

  • BONUS CASA, ECOBONUS, SUPERBONUS

    Svoltiamo pagina e arriviamo alle più conosciute detrazioni fiscali, che attualmente possiamo elencare così:


    • BONUS CASA: detrazione fiscale al 50% in 10 anni per ristrutturazioni edilizie e impiantistiche
    • ECOBONUS: detrazioni fiscali al 50% o 65% in 5/10 anni per lavori di efficientamento energetico degli immobili
    • SUPERBONUS: detrazione fiscale al 110% in 5 anni, effettuando lavori per un super efficientamento energetico degli edifici

    Il Bonus Casa è applicabile anche ad una singola unità immobiliare. Il pagamento delle fatture deve essere tacciabile con bonifico bancario dedicato. L’importo massimo di spesa non può superare i €. 96.000,00. La pratica sul portale dell’ENEA è abbastanza semplice e quindi può essere effettuata anche dal Committente.


    L’EcoBonus può essere applicato anch’esso alle singole unità immobiliari, e bisogna rispettare dei parametri d’intervento specifici. Il pagamento delle fatture deve essere tacciabile con bonifico bancario dedicato. La pratica sul portale dell’ENEA può essere effettuata dal Committente, ma consigliamo di farla fare da un tecnico capace.


    Il SuperBonus al 110% può essere applicato solo a caseggiati e piccole villette con limiti di classe, ed è fondamentale una verifica preventiva di un tecnico abilitato (assicurato): quest’ultimo assevera che gli interventi rispondano a quanto richiesto dal decreto di Legge e che quindi possano beneficiare della detrazione del 110%, per un importo massimo per unità immobiliare di €. 50.000,00 per le superfici opache, e €. 30.000,00 per gli impianti (anche se gli impianti possono rientrare se contribuiscono a migliorare l’efficienza energetica dell’edificio).


    In questo caso il credito d’imposta può essere ceduto o alle aziende che eseguiranno gli interventi, oppure (secondo noi, meglio) alle Banche.

  • CONCLUSIONI

    È importante sapere che tutte le agevolazioni di cui abbiamo parlato, esclusa l’IVA agevolata, non sono cumulabili.


    Vi consigliamo di evitare improvvisazioni approssimative, ma informarvi per il meglio, e affidarvi a un tecnico abilitato che vi aiuterà a prendere le decisioni migliori per sfruttare al meglio il ventaglio di opportunità di cui abbiamo accennato. 


    Non esitate a contattarci per ulteriori informazioni!

23 Ottobre 2020 - Climatizzazione

Come migliorare la qualità dell’aria che respiriamo

La sensibilità sulla qualità dell’aria è sempre maggiore, soprattutto per quella presente negli ambienti interni; di recente si è infatti riscontrato che l’aria indoor è mediamente molto più inquinata rispetto a quella outdoor. Gli ambienti con serramenti di nuova concezione, che trasformano le stanze in locali quasi stagni, apportano inoltre ulteriori problematiche relative allo smaltimento dell’umidità interna.

La soluzione più facile per migliorare la qualità dell’aria indoor è di aprire le finestre e far cambiare l’aria: si tratta del metodo più semplice e meno costoso da adottare. Ma cosa si può fare quando la temperatura ambientale si abbassa o si alza vertiginosamente? E quando i rumori esterni diventano troppo fastidiosi? In questo caso la situazione si complica. Nonostante questo, però, tutti i problemi si possono facilmente risolvere con sistemi di ventilazione meccanica controllata. Scopriamo nel dettaglio le varie tipologie e le loro funzionalità.

  • VMC

    Gli impianti di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore permettono di avere un ricambio d’aria costante, limitando le dispersioni di calore tra ambiente interno e ambiente esterno, inoltre sono provvisti di filtri per mantenere la qualità dell’aria all’interno degli ambienti in cui viviamo.

  • VMC PUNTUALI

    Esistono molteplici tipologie di questi sistemi: partono da piccoli apparecchi puntuali che hanno l’aspetto di semplici aspiratori, ma in realtà alternano la direzione del flusso d’aria in modo da permettere lo scambio termico tra aria in uscita e aria in entrata. Per questi apparecchi è sufficiente fare un foro e avere a disposizione un collegamento all’impianto di alimentazione elettrica.

  • VMC CENTRALIZZATI

    Passiamo ora ai sistemi centralizzati a soffitto e/o parete. Si tratta di sistemi canalizzati, con una distribuzione di bocchette nelle varie stanze, che permettono il ricambio e il trattamento dell’aria di un intero immobile (appartamento, negozio, ufficio, ecc.). Questi sistemi possono essere anche provvisti di scambiatori secondari e/o deumidificatori rendendo possibile modificare la temperatura e l’umidità dell’aria in entrata nell’ambiente indoor. Inoltre possono essere corredati di scambiatori primari aria/aria in diversi materiali a seconda dell’impiego previsto e di filtri di vario genere, sino ad arrivare ad un filtraggio assoluto. Per quanto riguarda la canalizzazione di mandata dell’aria trattata, si può sfruttare la stessa dei sistemi dell’impianto di climatizzazione ambiente. L’installazione di questi sistemi da parte di aziende qualificate è fortemente consigliata.

  • UTA

    Salendo un ulteriore gradino, arriviamo alle vere e proprie Unità di Trattamento dell’Aria (UTA), le quali vengono utilizzate soprattutto per strutture di grandi dimensioni o con necessità particolari come alberghi, ospedali, grandi ambienti, o comunque dove sia necessario controllare e gestire la qualità dell’aria. Questi sistemi possono essere costruiti su misura per soddisfare le esigenze tecniche-progettuali dell’ambiente e del suo utilizzo. Anche in questo caso, l’installazione di questi sistemi da parte di un’azienda qualificata si rivela necessaria.

  • ALTRE TECNOLOGIE

    Quelli appena descritti rappresentano i sistemi tecnologici più usati e diffusi. Oltre a questi, però, esistono anche altre tecnologie per migliorare la qualità dell’aria. Alcune aziende propongono la tecnologia biochimica, usando dei batteri e l’acqua per “digerire” le impurità dell’aria come smog, particolato ecc. Si tratta certamente di un’ottima alternativa ai filtri, benché si debbano comunque prevedere i ricambi d’aria con altri sistemi. Altre aziende propongono invece la ionizzazione dell’aria: così come accade dopo un temporale, in questo caso l’aria si purifica per effetto elettrico, oppure con macchine a produzione controllata di ozono che mantengono stabili i valori dell’ozono affinché non sia dannosa per l’uomo.

  • MANUTENZIONE

    La cultura della manutenzione e della cura degli impianti è particolarmente importante anche per i sistemi di trattamento dell’aria. La pulizia e la disinfezione costante delle macchine e dei filtri, o la loro sostituzione, garantiscono infatti una corretta funzionalità assicurando la qualità dell’aria che respiriamo quotidianamente.

16 Ottobre 2020 - Climatizzazione

I materiali per gli impianti termici: proprietà e caratteristiche

I materiali usati per la realizzazione degli impianti termici si differenziano a seconda delle caratteristiche del fluido che devono trasportare e dal luogo in cui vengono installati: aspetti, questi, che sono regolati da normative tecniche e specifiche. Di seguito riportiamo una panoramica sui materiali per gli impianti termici più utilizzati, indicando le principali caratteristiche e funzionalità per sfruttarli al meglio.

  • ACCIAIO

    Nella versione zincata, l’acciaio viene utilizzato molto spesso nelle installazioni a vista, a causa soprattutto della presenza di giunzioni di tipo meccanico con guarnizioni eseguite artigianalmente dall’installatore. Nella versione non zincata, invece, le giunzioni possono essere eseguite per mezzo di brasatura autogena o elettro-saldatura. L’acciaio può essere impiegato per il trasporto di acqua, gas combustibili, aria compressa, acqua tecnica per la climatizzazione, ecc. Tra i suoi principali vantaggi, spicca la resistenza meccanica e la resistenza agli agenti atmosferici, benché l’interno poroso possa rilasciare delle particelle di materiale ferroso e di scorie diluite nell’acqua.

  • GHISA

    La ghisa è un materiale molto duro ma al tempo stesso fragile che viene impiegata per corpi scaldanti, corpi di caldaie, e affini, che nell’immaginario storico è il simbolo dei termosifoni per antonomasia. In genere, la sua inerzia termica induce a pensare che un termosifone in ghisa scaldi più di altri materiali, ma in realtà richiede volumi maggiori sia in termini di spazio occupato sia di contenuto d’acqua necessario. Questi due fattori, assieme alla struttura porosa e il rilascio di particelle, non rendono i termosifoni in ghisa tra i migliori da utilizzare per il riscaldamento degli ambienti, benché particolarmente suggestivi.

  • RAME

    Il rame è usato sia per gli impianti a vista che sotto traccia, e può essere impiegato per il trasporto di acqua, gas combustibili, gasolio, aria compressa, acqua tecnica per la climatizzazione, gas frigorigeni, ecc. Se viene utilizzato per il trasporto di acqua potabile, deve prima aver subito un trattamento per evitare il contatto diretto per l’acqua potabile con il metallo. Lo spessore può variare a seconda del modo in cui viene impiegato, mentre le giunzioni possono essere meccaniche, per mezzo di saldatura dolce o forte, oppure per mezzo di giunti a pressare. Se ne sconsiglia l’utilizzo qualora siano presenti correnti vaganti, ad esempio vicino a ferrovie o cabine elettriche, in quanto con il passare del tempo potrebbero danneggiare il rame.

  • MULTISTRATO

    Il multistrato è la tipologia maggiormente utilizzata, con un’ampia varietà di sistemi che si differenziano nel tipo di materiali usati, nello spessore e nella tipologia di giunzione. Grande importanza ha sicuramente il materiale a contatto diretto con l’acqua potabile, che deve garantirne la potabilità nel corso del tempo e le condizioni fisiche di progetto, così come lo spessore dell’alluminio che garantisce la resistenza meccanica del prodotto. Questi sistemi possono essere usati per il trasporto di acqua potabile, acqua tecnica per la climatizzazione, gas combustibili, ecc. Le giunzioni sono meccaniche o per mezzo di giunti a pressare, mentre l’installazione non può essere effettuata a vista, perciò deve essere effettuata sotto traccia o in luoghi tecnici protetti dai raggi solari.

  • POLIETILENE

    Il polietilene è progettato per installazioni interrate, è dotato di giunzioni che possono essere meccaniche o saldate, e può essere utilizzato per il trasporto dell’acqua potabile e non, dei gas combustibili, ecc. Anche in questo caso può essere realizzato in diversi spessori, e questo dona al sistema radiante una maggiore o minore resistenza alle sollecitazioni della pressione del fluido. Sono da evitare installazioni a vista, sotto traccia; è consigliabile posare la tubazione in un letto di sabbia.

  • POLIETILENE RETICOLATO (PE-X)

    Di polietilene reticolato ne esistono diverse tipologie, sia per composizione che per spessore, le quali vengono sottoposte a vari trattamenti a secondo del loro utilizzo. Può essere utilizzato per il trasporto dell’acqua potabile, ma è sovente presente nei sistemi radianti per la climatizzazione ambiente. Le giunzioni sono sempre meccaniche. Anche questo materiale deve essere installato in modo protetto dalla luce.

  • ACCIAIO INOX

    Sono numerose le tipologie di acciaio Inox, e la loro scelta dipende dal tipo di utilizzo: possono essere utilizzati per il trasporto di acqua, gas combustibili, gas combusti, aria compressa, fluidi alimentari (vino, latte, ecc.). Le giunzioni, invece, possono essere realizzate in elettro-saldatura, meccanica, o per mezzo di giunti a pressare.

  • POLIPROPILENE

    Il polipropilene è utilizzato sia per i sistemi di adduzione di acqua potabile e non, sia per i sistemi di scarico sanitario. Per quanto riguarda l’adduzione, invece, vengono utilizzati soprattutto giunzioni termo-saldate, mentre per lo scarico sanitario si impiegano sia le giunzioni termo-saldate che quelle ad innesto. Anche i serbatoi vengono spesso prodotti in polipropilene ed hanno forme e volumetrie molto varie.

  • PVC

    IL PVC si utilizza per lo scarico sanitario, per il trasporto di fluidi industriali, per il trasporto dell’aria, ecc. Le giunzioni sono in genere realizzate per mezzo di giunti ad innesto, giunti ad incollare o meccanici. Così come tutti i materiali plastici, è importante non installare gli impianti in PVC a vista sotto la luce soprattutto di quella solare.

  • OSSERVAZIONI

    I materiali per l’aeraulica e il trattamento dell’aria meritano un discorso a parte, in quanto se ne utilizzano diversi, come l’alluminio, materiali pre-isolati come il P3, per canali, bocchette, plenum, ecc, oltre ai sistemi di filtraggio e di scambio termico dei fluidi. I materiali per questo tipo di utilizzo devono avere caratteristiche di facile pulizia e di disinfezione e di isolamento termico.


    Riguardo all’isolamento termico, gli impianti termo-idraulici devono necessariamente essere isolati termicamente. I prodotti utilizzati sono molteplici, anche se il più comune è il neoprene, un materiale autoestinguente a cellule chiuse, presente sul mercato in tubi, nastri adesivi, e lastre.


    Il materiale più importante, però, è l’uomo: partendo dalle necessità, dai desideri del committente, le competenze del progettista e/o dell’installatore, in una costruzione di idee, esperienze, e visioni atte a realizzare dei sistemi innovativi che possano soddisfare le esigenze dell’utilizzatore finale. Un’alchimia formata da persone con un unico obiettivo concreto: realizzare un ambiente confortevole per mezzo di sistemi performanti ad alto risparmio energetico.

24 Luglio 2020 - Climatizzazione

Uso e manutenzione del condizionatore

Libretto di uso e manutenzione condizionatore

Quando acquistate un elettrodomestico, solitamente vi aspettate che sia corredato da un libretto che indichi le modalità d’uso e manutenzione dell’apparecchio. Bene, questo accade anche con gli impianti presenti nella vostra abitazione o nel vostro luogo di lavoro. Generalmente sono indicate le modalità d’utilizzo con rifermento alla sicurezza e alle prestazioni possibili e consigliate, oltre alle tempistiche e alle procedure di manutenzione del condizionatore.

Spesso si considera valido e sufficiente il libretto in dotazione al generatore (come caldaia, pompa di calore, ecc.), ma gli impianti sono composti da molte parti e installati in luoghi differenti tra loro. Questo dev’essere coordinato e previsto da un manuale generale:

  • come prescritto dalla legislazione vigente, le operazioni del manutentore devono essere effettuate secondo le indicazioni rilasciate da installatori e manutentori in funzione di quanto previsto dai produttori degli apparecchi e dalle norme tecniche, ed eseguite da ditte abilitate
  • l’obiettivo principale delle attività manutentive è di permettere al responsabile dell’impianto di mantenerne, nel corso del tempo, la sicurezza, l’efficienza e la salubrità
  • le attività manutentore vengono registrate all’interno di un libretto di uso e manutenzione dell’impianto al fine di conservare una cronistoria, valutando così nel corso del tempo le necessarie azioni da intraprendere nei confronti dell’impianto stesso
  • detto libretto fornisce indicazioni sul corretto utilizzo dell’impianto, oltre a declinare ed illustrare le tipologie di attività manutentore necessarie a garantire la sicurezza, l’efficienza e la salubrità
  • USO DELL’IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO

    Il modo in cui si usa un impianto può fare una grande differenza, e dipende da molti fattori come il tipo di involucro, le esigenze/abitudini degli utilizzatori o il tipo di generazione e di emissione del calore. Ad esempio: è differente se la mia casa è più o meno isolata, se il mio generatore funziona ad alta o bassa temperatura, se ho un impianto a radiatori, radiante o a ventilconvettori. Questo inciderà innanzitutto sui consumi di energia primaria, ma anche sul benessere percepito da chi vive all’interno degli ambienti climatizzati. Quindi è importante parametrizzare il funzionamento degli impianti insieme ad un professionista, in modo da ottimizzare tutti gli aspetti del sistema.

  • CHI PUO’ FARE LA MANUTENZIONE DEL CONDIZIONATORE

    La manutenzione del condizionatore si divide in due grandi gruppi: quella che può fare l’utente e quella che deve fare un’azienda abilitata e certificata.


    COSA PUO’ FARE L’UTENTE:

    Una buona manutenzione preventiva è fondamentale per prevenire guasti, inefficienze, o ancor peggio, contaminazioni pericolose per la salute. L’utente può fare le manutenzioni più semplici come lo spurgo degli impianti ad acqua, il ripristino della pressione dell’impianto termico, la pulizia dei filtri aria delle unità ventilanti all’interno dei singoli locali, ecc.


    ATTENZIONE: prima di ogni operazione valutare sempre le condizioni di sicurezza e disattivare l’impianto spegnendolo e togliendo l’alimentazione elettrica; prendere opportune precauzioni per impedire a terzi di riattivare l’impianto prima della fine dei lavori; utilizzare accorgimenti per la protezione personale quali dispositivi di protezione individuale (D.P.I.) come ad esempio mascherine filtranti, guanti, occhiali e qualsiasi ausilio di protezione e sicurezza si renda necessario.


    COSA FA L’AZIENDA QUALIFICATA:

    Gli interventi che necessitano della competenza di personale qualificato ed esperto si dividono in due categorie: quelli di manutenzione ordinaria e quelli di manutenzione straordinaria.

  • MANUTENZIONE ORDINARIA CONDIZIONATORE

    I controlli di manutenzione ordinaria del condizionatore si pongono l’obiettivo di verificare lo stato dell’impianto definendone le eventuali carenze ed attuando le necessarie attività correttive che possono essere di tipo ordinario, igienico e straordinario.

    Le attività di controllo permettono, durante l’arco di vita dell’impianto, di comprendere l’andamento in termini di efficienza e valutazione del ciclo di vita.

    I controlli sono parte integrante e fondamentale dell’attività manutentiva e costituiscono in una serie di verifiche periodiche atte ad analizzare la funzionalità, l’efficienza e l’igiene degli impianti di climatizzazione.

    Tali controlli professionali devono essere effettuati da imprese abilitate e certificate che attraverso la competenza tecnica e l’utilizzo di strumentazione dedicata, analizzano l’impianto definendo altresì le attività manutentore successive per importanza e necessità.

    Durante l’attività di controllo sarà opportuno verificare la presenza della documentazione correlata con l’impianto e nello specifico: dichiarazione di conformità, libretto d’uso e manutenzione e registri gas, ozono lesivi, registri F-GAS/banca dati F-GAS.


    Possiamo classificare i controlli in 4 categorie specifiche ovvero di tipo visivo, funzionale, strumentale ed igienico. Riportiamo di seguito un elenco di controlli esemplificativo e non esaustivo.

    Le attività ordinarie perseguono l’obiettivo di mantenere nel corso del tempo le caratteristiche di efficienza, sicurezza e salubrità dell’impianto di climatizzazione, intervenendo in modalità correttiva rispetto alle anomalie e/o usure esistenti.

    Le attività ordinarie possono essere strettamente correlate con i controlli, svolgendo la funzione di correzione rispetto alle anomalie riscontrate, oppure possono essere indipendenti ed eseguite secondo una cadenza programmata.

    La manutenzione ordinaria ha diverse fasi: controlli visivi e funzionali, controlli strumentali, verifiche documentali, attività igieniche.


    1. I controlli visivi e funzionali Attraverso i controlli di tipo visivo, il personale qualificato e certificato analizzerà lo stato e l’eventuale deterioramento delle componenti fondamentali e critiche per il corretto funzionamento dell’impianto. Tali controlli sono di assoluta importanza perché permettono di comprendere (attraverso anomalia di usura) se vi sono sbilanciamenti che possano provocare inefficienza di funzionamento, squilibri energetici e d’incendio, e si riferiscono allo stato delle macchine e delle tubazioni, del controllo della tenuta dei fissaggi, verifica di eventuali perdite, controllo di assenze vibrazioni, ecc.
    2. I controlli strumentali sono tutte quelle operazioni che necessitano di strumenti per la misurazione dei parametri di funzionamento e stati di conservazione degli apparecchi e degli impianti (ad esempio temperature, analisi di combustione, verifica di pressioni statiche e di esercizio, misurazione delle portate dei fluidi, ecc.)
    3. Le verifiche e gli aggiornamenti documentali vengono eseguite dal tecnico abilitato e dal responsabile dell’impianto (operatore); in alcuni casi gli interventi di manutenzione devono essere segnalati agli enti di competenza (Registro degli impianti termici, Banca Dati F-GAS, ecc.). Queste segnalazioni obbligatorie prevedono in alcuni casi il pagamento di una cifra con cadenze temporali definite dagli enti stessi o dalla normativa vigente.
    4. Le attività igieniche si pongono un obiettivo estremamente importante in relazione agli impianti ovvero garantirne gli aspetti di salubrità nel corso del tempo. Negli ultimi decenni si è osservato un rapido e cospicuo aumento delle ricerche sugli effetti dall’inquinamento dell’aria sulla salute. È meno considerato invece il ruolo degli impianti di climatizzazione all’interno dei luoghi interni di vita e di lavoro. Tali impianti hanno lo scopo di trattare l’aria interna dal punto di vista della temperatura e dell’umidità. Una non adeguata gestione manutentiva e igienica produce effetti negativi che favoriscono la proliferazione di agenti patogeni quali allergeni, spore, muffe, e batteri.
  • MANUTENZIONE STRAORDINARIA CONDIZIONATORE

    La manutenzione straordinaria del condizionatore si pone l’obiettivo di ripristinare la funzionalità dell’impianto, in seguito ad eventi non programmati (es. rotture di componenti) tali da pregiudicare la disponibilità immediata dell’impianto stesso o la disponibilità necessaria alla tipologia di utenza servita dall’impianto.


    Le attività straordinarie sono effettuate in relazione diretta all’evento accorso e possono essere di tipo differito od urgente a seconda della tipologia di avaria e delle necessità degli utilizzatori. Inoltre, spesso richiedono il ricorso a mezzi, attrezzature, strumenti ed in particolare a componenti sostitutivi dell’impianto che possono rendere l’onere dell’intervento di particolare rilevanza.



2 Luglio 2020 - Climatizzazione

Condizionatori e climatizzatori: quali documenti devono essere corredati e quali obblighi sono soggetti?

Prima di acquistare – e dopo aver acquistato – un condizionatore o un climatizzatore per la casa o l’ufficio, è importante fare attenzione ai documenti e agli obblighi inerenti all’installazione e alla manutenzione dell’impianto. Qui daremo delle informazioni generali per aiutare a districarsi nella burocrazia impiantistica, senza entrare nello specifico normativo ma dividendo questo percorso in fasi temporali semplici ed esaustive.

  • 1. PRIMA DI COMINCIARE

    Innanzitutto il committente deve far installare i sistemi di climatizzazione da un’azienda abilitata e certificata, con personale regolarmente retribuito e in regola con i contributi; questo può essere verificato da una visura della Camera di Commercio e dal documento Durc, che può rilasciare l’azienda medesima. Inoltre, per quanto riguarda l’installazione di sistemi che prevedono interventi sui circuiti frigoriferi a gas florurati, è possibile verificare la certificazione aggiornata sia personale che aziendale grazie al portale F-Gas.

    Consigliamo di valutare insieme al professionista la fattibilità dell’installazione di condizionatori o climatizzatori, e gli eventuali permessi necessari da parte di Enti come Condominio, Comune, ecc.

  • 2. A FINE LAVORI

    Il documento principale è la dichiarazione di conformità alla regola dell’arte, che è composta dal foglio iniziale e vari allegati obbligatori e facoltativi, dove sono indicati i dati dell’azienda installatrice, i dati del committente, l’indirizzo d’installazione, una descrizione della lavorazione che è stata fatta, la potenza dell’impianto, uno schema d’installazione, l’elenco dei materiali installati, le prove e il collaudo eseguito e la data che determina il termine dei lavori (questa data è importante per i termini di consegna della diversa documentazione obbligatoria presso i diversi enti di competenza).

    Altro documento importantissimo è il libretto d’impianto: questo documento segue la vita degli impianti termici a servizio dello stesso immobile, annovera l’indirizzo dove è situato l’impianto, i dati del responsabile d’impianto, i dati dell’azienda manutentrice, le schede degli apparecchi e sistemi presenti, schede dedicate agli interventi di manutenzione e alla valutazione energetica, ecc.

    Gli impianti devono sempre essere corredati di libretti di uso e manutenzione sia degli apparecchi che degli impianti stessi, dove l’utente può trovare le informazioni per utilizzarli nel modo più corretto e sicuro.

  • 3. COMUNICAZIONI ENTI COMPETENTI

    Nei casi previsti dalla legge la dichiarazione di conformità alla regola d’arte va inviata completa di allegati e visura C.C.I.A.A. dall’installatore all’ufficio comunale competente entro 30 giorni dalla data di termine dei lavori. È sempre obbligatorio comunicare nel portale elettronico del Registro Regionale degli impianti termici entro 2 mesi fine mese dalla data del termine dei lavori dall’installatore o dalla ditta manutentrice: questo comporta dei costi (il cosiddetto bollino) che variano nel prezzo e nella cadenza temporale e dipendono dal tipo, dall’età e dalla potenza dell’impianto. Per quanto riguarda i sistemi di climatizzazione dove è necessario intervenire sui circuiti frigoriferi, è obbligatorio da parte dell’installatore segnalare tramite portale Banca Dati F-Gas il tipo di intervento eseguito entro 30 giorni dal termine dei lavori.

  • 4. CADENZA MANUTENZIONE CLIMATIZZATORE

    La cadenza per la manutenzione del climatizzatore o del condizionatore e dei relativi impianti può variare rispetto a molti fattori: normativi, indicazione del costruttore degli apparecchi, indicazione dell’installatore, indicazione del manutentore. In generale la manutenzione degli impianti di climatizzazione è di un anno, ma in alcuni casi può essere più frequente, comunque usando il buon senso dipende da quanto e come si utilizzano. Ricordiamo che nei luoghi di lavoro la manutenzione degli impianti di climatizzazione rientra negli obblighi sulla sicurezza sul lavoro e sulla salute dei lavoratori. Gli interventi di manutenzione devono essere registrati nel libretto d’impianto e spesso devono essere segnalati ai vari Enti di controllo per mezzo dei portali elettronici sempre a carico delle imprese di manutenzione.

  • 5. DISMISSIONE DEGLI IMPIANTI

    La dismissione degli impianti di climatizzazione deve essere segnalata sui vari portali. L’eventuale smaltimento delle varie parti d’impianto deve essere eseguito sempre da impresa abilitata e certificata rispettando le procedure dettate dalla normativa dedicata al trattamento di rifiuti speciali, RAE, ecc.

12 Maggio 2020 - Climatizzazione

Miglior climatizzatore estivo e invernale: come sceglierlo e quali aspetti bisogna tenere conto?

Come scegliere il miglior climatizzatore per la propria casa?
Ciò che leggerete in questo blog non vuole essere un trattato scientifico, ma una serie di consigli utili dati dalla nostra esperienza e competenza nel settore. Partiamo da concetti che spesso vengono dati per scontati. A livello discorsivo possiamo affermare che un immobile, come un’abitazione o un luogo di lavoro, è composto da molteplici componenti che sono diversi (struttura edile, impianti tecnologici, impianti meccanici), ma interagiscono tra di loro per dare come risultato la nostra percezione di ambiente interno. Azzardando si può dire che, come il corpo umano, anche un immobile va considerato come un sistema complesso, e gli impianti sono la parte vitale e dinamica di questo sistema.

  • COS’È UN AMBIENTE INTERNO?

    È la vostra casa, il vostro luogo di lavoro, un involucro con delle caratteristiche che lo isolano più o meno efficacemente rispetto all’esterno: quindi parliamo di pareti, soffitti, pavimenti, infissi. L’ambiente interno è l’involucro custode dell’energia di cui avete bisogno per raggiungere e mantenere il vostro benessere. Di conseguenza, migliore è l’isolamento, minore sarà l’energia necessaria per climatizzare l’ambiente interno, ed inferiore sarà il costo da sostenere.



  • TEMPERATURA INTERNA DELLA CASA E BENESSERE DOMESTICO: QUALI CARATTERISTICHE DEVE AVERE L’AMBIENTE INTERNO?
    • DISPERDERE MENO ENERGIA POSSIBILE, QUINDI BEN ISOLATO;
    • AVERE UN’ADEGUATA TEMPERATURA INTERNA DELLA CASA (durante il funzionamento dell’impianto di climatizzazione invernale, la media ponderata delle temperature dell’aria, misurate nei singoli ambienti riscaldati di ciascuna unità immobiliare, non deve superare i 18° C + 2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili; i 20°C + 2°C di tolleranza per tutti gli altri edifici; durante il funzionamento dell’impianto di climatizzazione estiva, la media ponderata delle temperature dell’aria, misurate nei singoli ambienti raffrescati di ciascuna unità immobiliare, non deve essere minore di 26°C – 2°C di tolleranza per tuti gli edifici);
    • AVERE UN LIVELLO DI UMIDITÀ’ DELL’ARIA ADEGUATO, CON SISTEMI CHE PERMETTANO UNA GESTIONE DELL’UMIDITÀ’;
    • AVERE UNA BUONA QUALITÀ’ DELL’ARIA: GRAZIE A SISTEMI DI VENTILAZIONE MECCANIZZATA E CONTROLLATA A RECUPERO DI CALORE E ALTRI, È POSSIBILE MIGLIORARE IN MODO SENSIBILE LA QUALITÀ DELL’ARIA, PROTEGGENDOVI DA SPORE, FUNGHI, POLVERI ED ALTRI INQUINANTI;
    • ESSERE SICURO, PERCIO’ DEVE ESSERE PROGETTATO, COSTRUITO E MANUTENUTO DA PERSONALE QUALIFICATO E CERTIFICATO, SOPRATUTTO PER QUANTO RIGUARDA GLI IMPIANTI TECNOLOGICI E MECCANICI;
    • ESSERE IL PIU’ SILENZIOSO POSSIBILE: DEVE ESSERE PROGETTATO E COSTRUITO RIDUCENDO AL MASSIMO L’IMPATTO ACUSTICO PROVENIENTE DALL’ESTERNO E DALL’INTERNO DELL’IMMOBILE.

  • DI QUANTA ENERGIA ABBIAMO BISOGNO PER MANTENERE UNA TEMPERATURA IDEALE IN CASA?

    La risposta è: dipende. Dipende da quanta energia disperde verso l’esterno, ed è essenzialmente un valore costante nel tempo. Dipende sostanzialmente dalla differenza di temperatura interna, quella desiderata e quella esterna, e va quindi considerata sulle 24 ore e non solo per il periodo di permanenza nell’ambiente stesso (un professionista può calcolarlo e redigere una relazione a norma di legge).


    Consigliamo di mantenere una temperatura ambiente sostanzialmente stabile, senza grandi differenze d’impostazione tra periodi dove viene impostata una temperatura di comfort e i periodi dove viene impostata una temperatura ridotta. La differenza non dovrebbe essere superiore ai 3°c.


    Altro consiglio utile è quello di impostare la temperatura di mandata dell’impianto, quando possibile, a quanto basta per sopperire alle dispersioni termiche dell’involucro. È molto utile avvalersi di sistemi dove poter impostare il funzionamento in curva climatica e quindi, grazie al rilevamento della temperatura esterna, far variare in automatico la temperatura del circuito al variare della temperatura esterna, ottimizzando il comfort e il risparmio energetico. Questo è possibile solo per alcune tipologie d’impianto e va valutata l’efficacia e la fattibilità a seconda del caso.

  • QUALI SONO I SISTEMI DI CLIMATIZZAZIONE DELL’AMBIENTE?

    Per cominciare diamo alcune definizioni, anche se non accademiche, ma per comprendere meglio l’argomento. Ci sono alcune parti principali in cui i sistemi di climatizzazione sono solitamente suddivisi: la generazione, la distribuzione, la diffusione e la gestione. Vediamoli nel dettaglio.


    • LA GENERAZIONE: è dove viene generato il calore, e per fare questo si adottano sistemi a combustione (di solidi, liquidi o gas), in pompa di calore, elettrici ed altri. La scelta del generatore è forse la scelta più importante e dipende da molti fattori (normativi, di fattibilità’, costo dell’energia primaria, efficienza, incentivi fiscali, scelte personali, ecc.). Questa scelta va ponderata, magari con l’aiuto di professionisti qualificati per trovare la soluzione ottimale.
    • LA DISTRIBUZIONE: questa parte è sovente vincolata dal tipo di generatore scelto, e si possono distinguere facendo riferimento al tipo di fluido usato, e quindi l’acqua (impianti idronici), l’aria (impianti aeraulici) o il gas refrigerante (ad espansione diretta). Queste tipologie hanno al loro interno molteplici applicazioni che possono anche essere usate contemporaneamente per lo stesso ambiente.
    • LA DIFFUSIONE: anch’essa è vincolata dalle scelte fatte per il generatore e per la distribuzione. Dunque, per un impianto a distribuzione idronica si potranno scegliere sistemi per la diffusione tipo radiatori, pavimenti/soffitti/pareti radianti, ventilconvettori; per un sistema di diffusione aeraulico si potranno scegliere i diffusori terminali a parete/soffito/pavimento; per i sistemi ad espansione diretta i diversi macchinari interni a soffitto/parete/pavimento ecc.
    • LA GESTIONE: è il cervello del sistema. Il consiglio è di scegliere l’intera filiera del sistema di climatizzazione di un unico marchio o comunque dichiaratamente compatibili fra di loro: una buona comunicazione limita gli errori e le incomprensioni. Anche per i sistemi di gestione l’elenco sarebbe troppo lungo, così come i motivi della loro scelta, ci prefiggiamo di ritornarci in un prossimo approfondimento.
  • CLIMATIZZAZIONE CASA: COSA DEVO FARE, QUINDI, PER SCEGLIERE IL MIGLIOR SISTEMA?

    Come in ogni percorso, scegliere il sistema di climatizzazione casa più adatto alle proprie esigenze porta a doversi informare personalmente e inoltrarsi in un ambito tecnico/commerciale che può generare confusione. Il nostro consiglio è di informarsi il più possibile, consultare dei professionisti qualificati, contattare persone che hanno già fatto scelte simili alle vostre, e valutare tutti gli aspetti in gioco, soprattutto i costi di gestione nel tempo che incideranno nel vostro avvenire.

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